lunedì 30 agosto 2010

Il Lunedì

Caldo schiattoso di fine estate in un paese come tanti dell'agro aversano, un piccolo cimitero in mezzo al nulla se nulla si può chiamare una distesa di tetti di lamiere, serre abbandonate tra campi e campi di colture intensive di fragole e pesche; il nome non conta, mettetelo voi, come non contano i cognomi ossessivamenti ripetitivi dei defunti che fanno capolino dalle tombe e dai loculi,  Nicola Xxxxxx, Francesco Xxxxxx, Antonio Xxxxxx, e poi Yyyyyyy e Zzzzzz sempre gli stessi, sempre giovani, per sempre ormai. Un intera generazione che in fretta e furia e stata seppellita insieme ai nonni e ai padri facendo spazio in quelle tombe alla meno peggio, inumando quel poco che ne rimaneva delle loro vite: sulle lapide si aggiungeva un nome e una foto. Nicola Xxxxxx, Antonio Xxxxxx, Angelo Xxxxxx per se e per suoi. Di fianco mucchi di terra anonimi, niente lapide ne croce, ragazzi come quegli altri venuti da fuori a morire in questo posto, come a voler ribadire che per morire troppo presto un posto vale l'altro, Rom, Albanesi, Rumeni, Tunisini, Algerini che nessuno ha riconosciuto ne reclamato. Fuori dal muro altri ragazzi apparentemente pieni di vita in divisa, Esercito, Finanza, Carabinieri un blindato con un ragazzo e una mitragliatrice, e poi un cellulare con sei soldati in assetto da guerra a presidiare l'ingresso al camposanto, come ad impedire la fuga di chi non ci sarebbe voluto entrare. Un dispiegamento di forze spropositato per la sonnolente giornata di agosto, c'è chi dice che oggi si festeggia una santa e forse qualcuno non resisterà e verrà a trovare ancora una volta la madre, donna fortunata che abbandonò la vita senza dover piangere un figlio, figli che rischiano la vita per piangere le madri. 30 Agosto S. Rosa da Lima, una mattina come tante...

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