venerdì 3 settembre 2010

Il Venerdì

Premetto che mi ritengo una persona civile, democratica e di sinistra quindi ovviamente affetta da un certo pessimismo cosmico, ma comunque civile.
Vivendo in un gran bel posto del " Quarto Mondo" mi accollo tutti i disservizi annessi e connessi alla scelta di resistere a queste latitudini. 500 abitanti che diventano 5000 in estate comportano una diminuizione drastica dell'erogazione di energia elettrica e della pressione dell'acqua. Mi è stato poi gentilmente spiegato dai tecnici del Comune che la mia utenza essendo una delle ultime della linea, ebbene si dopo di me il diluvio..., è particolarmente soggetta a penuria idrica e che quando viene riportata la pressione a livelli adeguati tutti i residui che si accumulano nelle tubature fatiscenti mi arrivano nel bicchiere, e nella lavatrice, e nella caldaia e sulla pelle. L'anno scorso poi una simpatica contaminazione dei serbatoi dell'acquedotto comunale, è ancora da capire se il solvente ci sia finito per sbaglio o si è trattato di sabotaggio bello e buono, ha compromesso ulteriormente la qualità di ciò che beviamo.  Risultato evidente dolori addominali, aereofagia, coliche spastiche e diarrea. Quindi dopo 43 anni di resistenza mi sono arresa ed ho cominciato ad acquistare la famigerata acqua minerale, che Dio mi perdoni, in bottiglie di plastica. Non voglio annoiare nessuno, tanto già sapete cosa ha comportato un anno di schiavitù dall'acqua della Grande Distribuzione in termini di oneri economici, fatica fisica, produzione di rifiuti e conseguente smaltimento nella " Finta Differenziata" che si effettua qui nel " Quarto Mondo", ma soprattutto dai sensi di colpa insopportabili che hanno afflitto la di cui sopra " persona civile"... Al supermercato poi erano scene irresistibili: mediamente occorrevano 15 minuti solo per scegliere le confezioni d'acqua secondo dei criteri rigidamente stabiliti da un codice morale tutto personale e quindi decisamente opinabile: da dove viene sta roba? E possibile che io per non ingozzarmi col panino devo far attraversare ad un tir da 5000 Kv tutta la penisola per 1200 Km? Se sei bottiglie da due litri costano 1 euro ma quanto cazzo deve valere la roba che c'è dentro? E via di seguito.
 Stamattina apro Facebook e trovo postato l'ennesimo appello decisamente molto carino e fatto molto bene, a favore dell'acqua  pubblica e finalmente, complice la prima giornata semi-autunnale dell'estate, mi decido a correre ai ripari. Il primo intoppo sorge subito: per combattere il consumismo devo comunque recarmi in un centro commerciale, ma tant'è. Sono in cerca della modesta brocca dotata di filtri intercambiabili ma dopo un occhiata alla capienza, al prezzo e soprattutto al costo dei ricambi mi sento alquanto scoraggiata; l'occhio allora cade sul mostro, l'ennesimo elettrodomestico accattivante, 7 litri di capienza, refrigerante, design accattivante e costi di gestione apparentemente sostenibili. Il primo pensiero corre subito alla cucina: dove diavolo lo metto? Forse impilando il fornetto, il tostapane, il caricabatterie del grattaformaggio e il premiagrumi potrebbe anche entrarci, ma io a sta cifra mica volevo arrivarci! 45 minuti e 3 crisi di coscienza dopo mi avvio alla cassa trascinandomi appresso il mostro cullandomi nella certezza di aver fatto l'ennesima cazzata. A casa il primo momento è di pura euforia, guardo le ultime bottiglie di plastica rimaste nel frigo come si farebbe la varicella in via di guarigione, un pò di tenerezza e nessun rimpianto. Dopo le istruzioni degli Svaldrap dell'Ikea siamo diventati tutti ingegneri e quindi il montaggio è uno scherzo; per intanto  tra lavaggi sciacquaggi e rodaggi avrò gettato via già 20 litri d'acqua, ma il momento è arrivato. La mia coscienza è tacitata, ho manifestato il mio impegno mi sento decisamente civile, democratica e di sinistra, bevo: ma perchè quest'acqua sa così tanto di Novalgina?

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